Passione

Aforismi

Ludwig Feuerbach

Accade ai libri come alle ragazze, fra le quali spesso le migliori e più degne rimangono trascurate. Ma finalmente appare qualcuno che le tira dall'oscurità del loro rifugio alla luce d'un bel campo d'azione.
Come Dio non è nient'altro che l'essenza dell'uomo purificata da ciò che all'individuo umano appare tanto nel sentire quanto nel pensare quale limite, quale male, così l'aldilà non è nient'altro che l'aldiquà libero da ciò che appare quale limite, quale male.
Da quando si è fatto del sentimento l'elemento essenziale della religione, la materia di fede del cristianesimo un tempo così sacra è divenuta indifferente.
Il culto di Dio dipende unicamente dal culto che l'uomo ha per sé stesso, è soltanto una manifestazione di esso.
Il dogma è nient'altro che un esplicito divieto di pensare.
Il giudice nelle cui vene non scorre sangue umano, giudica il peccatore con rigore inesorabile.
Io mi convinco della verità di un pensiero soltanto con un impegno personale.
L'amore di Dio per l'uomo centro e fondamento della religione è la prova più chiara, più irrefutabile che l'uomo nella religione contempla sé stesso come un oggetto divino, come un divino scopo, e che i suoi rapporti con Dio non sono che rapporti con se stesso, con il suo proprio essere.
L'esistenza della natura non si fonda, come si illude il teismo, sull'esistenza di Dio, nemmeno per sogno, è proprio il contrario: l'esistenza di Dio, o piuttosto la fede nella sua esistenza, ha il suo unico fondamento nell'esistenza della natura.
L'essenza della fede è di essere ciò che l'uomo desidera egli desidera essere immortale, dunque è immortale; egli desidera che vi sia un'essenza che può tutto ciò che per la natura e per la ragione è impossibile, dunque una tale essenza esiste.
L'essenza divina che si manifesta nella natura non è altro che la natura stessa che si manifesta, si mostra e si impone all'uomo come un ente divino.
L'essere assoluto, il Dio dell'uomo, è l'essere stesso dell'uomo.
L'uomo afferma in Dio ciò che nega in se stesso.
L'uomo è ciò che mangia.
L'uomo è il principio della religione, l'uomo è il centro della religione, l'uomo il fine della religione.
La fede nella provvidenza è la fede dell’uomo in sé stesso. Dio si prende cura di me; egli si propone la mia felicità, la mia salvezza; vuole che io sia beato; ma anche io voglio la stessa cosa; il mio proprio interesse è dunque l’interesse di Dio, la mia propria volontà la volontà di Dio, il mio proprio fine ultimo il fine di Dio, l’amore di Dio per me non è che il mio amore di me stesso divinizzato.
La felicità, come un vino pregiato, deve essere assaporata sorso a sorso.
La religione riposa sulla distinzione essenziale dell'uomo dalla bestia; le bestie non hanno religione.
La religione è il sogno della mente umana. Ma anche nei sogni noi non troviamo noi stessi nel vuoto o in paradiso, ma sulla terra, nel regno della realtà; noi vediamo solo le cose reali nel loro incantevole splendore dell'immaginazione e del capriccio, invece che nella semplice luce diurna della realtà e della necessità.
Nella preghiera io trascino Dio nella miseria umana, lo faccio partecipe delle mie sofferenze e dei miei bisogni.
Nella realtà, ove le cose si svolgono secondo natura, la copia vien dopo l'originale, l'immagine dopo la cosa, il pensiero dopo l'oggetto; ma sul terreno della teologia, soprannaturale e fantastico, l'originale vien dopo la copia, e la cosa dopo l'immagine.
Non al Cristianesimo, non all'entusiasmo religioso, ma solo all'entusiasmo della ragione dobbiamo l'esistenza di una botanica, di una mineralogia, di una zoologia, di una fisica e di una astronomia.
Non essere nessuno e non amare nessuno è la stessa cosa.
Per il cristiano è certa, reale soltanto l'esistenza del dio cristiano, per il pagano l'esistenza del dio pagano.
Porre alcunché in Dio, o derivare alcunché da Dio, null'altro significa che sottrarlo al controllo della ragione, significa porre alcunché come indubitabile, come inviolabile, come santo, senza volerne spiegare il perché.
Quando la morale viene fondata sulla teologia e il diritto su un'autorità divina, le cose più immorali, più ingiuste e più vergognose possono avere il loro fondamento in Dio e venir giustificate.
Quanto più la sensualità viene negata, tanto più sensuale è il dio a cui si sacrifica la sensualità.
Quanto più s'allarga la nostra conoscenza dei buoni libri, tanto più si restringe la cerchia degli uomini la cui compagnia ci è gradita.
Solo nell'origine si può riconoscere la vera natura di una cosa. Dapprima l'uomo inconsapevolmente e involontariamente crea Dio secondo la propria immagine e, solo allora, questo Dio a sua volta consapevolmente e volontariamente torna a creare l'uomo secondo la propria immagine.
Tutte le deduzioni del mondo da Dio, della natura dallo spirito, della fisica dalla metafisica, del reale dall'astratto si mostrano per quello che sono giochi logici.
Uno stomaco limitato può andare d'accordo soltanto con una sensibilità limitata, cioè animalesca. L'uomo ispirato dall'etica e dalla ragione ha nei confronti dello stomaco un atteggiamento che consiste nel considerarlo un organo non animalesco, ma umano.
Verrà il tempo nel quale si adempirà la profezia di Lichtenberg, nel quale la fede in un Dio razionalistico verrà considerata superstizione, proprio come ora è già considerata superstizione la fede in un Dio di carne, miracoloso, cioè nel Dio cristiano.